Bandi Ppp, nel 2016 impennata dell’85% «spinta» dalle maxi-operazioni su banda larga e servizio idrico

L’Osservatorio nazionale del Partanariato pubblico privato (gestito sempre dal Cresme) torna a rivelare la sua presenza con i dati 2016 dei bandi del settore, con un capitolo all’interno del rapporto «Il mercato dei contratti pubblici», reso noto nei giorni scorsi ed elaborato dal Servizio studi della Camera dei deputati. I numeri complessivi del Ppp vanno presi con sempre maggiore cautela, sia perché in attuazione della nuova direttiva appalti (recepita dal Dlgs 50/2016) l’importo delle concessioni di lavori va calcolato come somma dei ricavi cumulati, e non avendo riguardo al costo dei lavori, sia perché spesso sono formalmente concessioni o Ppp contratti complessi tra Pa e privati di cui è complesso calcolare il valore e la natura, come quelli per il servizio idrico integrato o la banda ultralarga, sia infine perché l’impatto di questi appalti è spalmato negli anni, anche 20 o 30, dunque è difficile calolare l’impatto temporale effettivo sul mercato.

Scorporando per tipo di procedura  vediamo che le concessioni di lavori (costruzione e gestione), dopo un calo in numero e valore fino al 2015 (dai 764 bandi del 2012 a 383, importi da 4,557 miliardi a 889 milioni) nel 2016 hanno rimbalzato al rialzo a 426 bandi (+11,2%) e 4.080 milioni di valore, un boom del 358%. Un boom su cui ha inciso in modo decisivo la pubblicazione da parte di Infratel di undici concessioni, ai sensi dell’articolo 15 del D.lgs. 50/2016, per la costruzione e gestione dell’infrastruttura passiva a banda ultralarga nelle cosiddette “aree bianche” (quelle a fallimento di mercato) in sedici regioni e nella provincia di Trento, dell’importo di circa 2,7 miliardi, pari al 65% dell’importo complessivo delle 426 concessioni di lavori del 2016. Non si tratta in realtà di concessioni con trasferimento del rischio, né con anticipo di risorse da parte dei privati: i lavori sono pagati con risorse pubbliche statali, poi il concessionario gestisce la rete per x anni. Di fatto sarebbe più corretto contabilizzarli tra i lavori pubblici, e comunque a vincere sono società di Tlc – per ora tutte Open Fiber (Enel-CdP) – che poi subaffidano i lavori negli anni, quando serve. Comunque, togliendo questi 2,7 miliardi il mercato delle concessioni di lavori 2016 sarebbe di 1,4 miliardi di euro, comunque +57% rispetto al 2015.

L’altro boom viene dalle concessioni di servizi, peraltro per il secondo anno consecutivo (il numero di bandi è invece più o meno stabile tra 2.400 e 2.700 negli ultimi tre anni monitorati). Nel 2016 2.485 avvisi (-9,1%) per un valore di 8,840 milioni di euro (+51,7%) dopo la crescita già registrata tra gli 1,829 miliardi del 2014 e i 5,828 del 2015.
Negli ultimi anni c’è stato un forte trend di crescita per le concessioni di servizi con procedura di finanza di progetto (articolo 278 del D.P.R. 207/2010 e ora articolo 183 Dlgs 50/2016), ma anche delle “altre concessioni di servizi” . Due bandi in realtà condizionano questo dato nel 2016, per un valore complessivo di 3,9 miliardi di euro: due gare dell’ Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti per l’affidamento del servizio idrico integrato nelle province di Rimini e Piacenza, con importi che solo per circa il 18% rappresentavano il valore dei lavori, dunque circa 700 milioni di euro, mentre il resto era il “valore del servizio” stimato (non è un canone, si ripagherà con le tariffe concordate con l’Autorità Energia-Acqua). Dunque un valore più attendibile dei bandi 2016 per concessioni di servizi potrebbe essere di circa 5,6 miliardi di euro, poco sotto il dato del 2015.

In totale, scorprando i due bandi per il servizio idrico (parte servizio) e i bandi Infratel, il totale 2016 dei bandi Ppp avrebbe un valore di 7,4 miliardi di euro, comunque in crescita rispetto ai 7,2 miliardi del 2015