Decreto legge per il Sud: via libera allo sblocco delle incompiute e ai piani di riqualificazione urbana

Il Consiglio dei ministri di venerdì ha approvato un nuovo decreto legge per il Sud che, insieme alla creazione di Zone economiche speciali, alla valorizzazione delle terre incolte e a misure per favorire l’imprenditoria giovanile, contiene anche una serie di misure (le più varie) in materia di infrastrutture, opere ambientali, urbanistica, investimenti strategici. In particolare c’è il rilancio di programmi di riqualificazione urbana in variante urbanistica, una procedura speciale per lo sblocco di investimenti privati strategici, lo sblocco delle opere incompiute, il rafforzamento del commissario depurazione, anche con poteri sul servizio idrico integrato, l’assistenza tecnica ai Comuni, anche per la progettazione. Il tutto riferito solo alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

RIQUALIFICAZIONE URBANA
Il decreto contiene una norma che rilancia i programmi “complessi” di riqualificazione urbana di cui all’articolo 16 della legge 179/1992, al fine di «favorire la riqualificazione e la rigenerazione urbana», e «le iniziative da parte dei privati per la realizzazione di programmi complessi di riqualificazione e rigenerazione urbana, comprese le periferie, che comportino la demolizione e ricostruzione o la sostituzione di più edifici degradati, il mutamento della destinazione d’uso, nonché la dotazione di infrastrutture viarie o di trasporto o delle reti funzionali al miglioramento dei servizi reali o immateriali». I programmi potranno essere «in deroga agli strumenti urbanistici vigenti», da approvare con la seguente procedura: prima approvazione da parte della giunta comunale, poi adozione in Consiglio comunale entro 180 giorni (pena la perdita di eventuali finanziamenti statali) e infine, qualora in variante, accordo di programma con la Regione.

OPERE INCOMPIUTE
Per “assicurare il rapido completamento delle infrastrutture presenti” in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia i Comuni capoluogo, le Province, le Città metropolitane e le Regioni segnalano al ministro per la Coesione territoriale entro il 31 ottobre 2017 le opere di loro competenza presenti nell’anagrafe delle incompiute “ritenute di carattere strategico per lo sviluppo infrastrutturale dei territori interessati, il cui grado di avanzamento è pari almeno all’80%” e il cui completamento ha subito dei ritardi per ragioni ascrivibili all’iter autorizzativo o ad eventuali situazioni di sequestro.
Il ministro, a quel punto, predisporrà un elenco di opere per ciascuna Regione: gli interventi volti a garantire il loro completamento saranno considerati indifferibili, urgenti e di pubblica utilità. Per il completamento delle opere infrastrutturali può essere nominato un commissario che potrà avvalersi delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli altri enti territoriali. Avrà il compito di rimuovere situazioni o elementi ostativi alla realizzazione delle infrastrutture. E potrà convocare una conferenza di servizi, con termini ridotti a metà, con la partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni interessate al procedimento. In caso di sequestro dell’opera da realizzare il commissario potrà richiedere al giudice delle indagini preliminari il dissequestro “al solo fine di completare l’opera”.

DISSESTO E DEPURAZIONE
Anche le risorse dei Patti per il Sud saranno gestite direttamente dai commissari regionali per il dissesto, cioè i presidenti di Regione. I finanziamenti già stanziati con delibera Cipe e dedicati alla messa in sicurezza del territorio confluiscono direttamente, “fermo restando i tempi e le modalità di erogazione”, nella contabilità speciale dei presidenti delle Regioni in qualità di commissari straordinari. Si tratta di 1,3 miliardi che finiscono nelle loro contabilità. A questo denaro saranno applicate le procedure speciali per le realizzazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
Sul fronte della depurazione, arriva un rafforzamento ulteriore dei poteri del commissario unico nazionale, che peraltro deve ancora essere formalmente nominato. Questi potrà sostituirsi agli enti d’ambito inadempienti per il calcolo della tariffa, adeguando il piano d’ambito, il piano degli interventi e il piano economico-finanziario. Con le risorse ricavate il commissario potrà realizzare le opere e trasferirne poi la titolarità alle società di gestione. Nello svolgimento delle proprie attività il commissario potrà anche avvalersi del supporto tecnico-amministrativo e scientifico fornito rispettivamente dal Gestore dei servizi energetici e dall’Enea.

ASSISTENZA AI COMUNI
Prevista la possibilità dei Comuni del Sud di chiedere assistenza tecnica e amministrativa alle prefetture. Norma generica, ma di recente il Ministro della coesione Claudio De Vincenti ha parlato di una debolezza dei Comuni sul fronte della progettazione, e della necessità di aiutarli.