Effetto-trasparenza con il nuovo codice: nei primi mesi giù le trattative private senza bando

Nascosta nel report Anac una (piccola) notizia: procedure negoziate senza avviso in calo dell’11 per cento

Non c’è solo il calo del mercato tra gli effetti innescati dal nuovo codice appalti. Oltre alla pesante flessione dei bandi mandati in gara nei primi mesi dall’entrata in vigore, in parte giustificata dal disorientamento delle stazioni appaltanti prese alla sprovvista dalla mancata previsione di un periodo transitorio, ben nascosto tra i nuovi dati in arrivo dall’Autorità Anticorruzione si scopre anche una maggiore tendenza alla trasparenza da parte delle amministrazioni.

Il segnale emerge dal report che l’Anac dedica all’andamento del mercato nel secondo quadrimestre del 2016, vale a dire il periodo compreso tra maggio e agosto dell’anno scorso, subito dopo l’entra in vigore del nuovo codice, diventato operativo il 19 aprile di quell’anno. Numeri superati e ampiamente analizzati se ci si sofferma semplicemente ai dati generali, che segnalano un calo del 31% del valore degli appalti messi in gara (lavori, servizi e forniture) in risposta a una flessione del 21% delle gare promosse dagli enti pubblici.

Una (piccola) notizia però c’è anche in questo rapporto ormai datato. E riguarda il numero e il valore degli appalti affidati senza gara. Nei settori ordinari – che sono tenuti ad applicare in toto il Dlgs 50/2016 – nei primi quattro mesi di applicazione del nuovo codice le trattative private senza bando sono diminuite del 10,9%, mentre sono cresciute di ben il 42,7% le procedure negoziate precedute da un bando di gara. Importante, in particolare, è l’impatto sugli importi. In termini assoluti il valore degli appalti non segnalati da un regolare bando di gara è diminuito di più di un miliardo di euro, scendendo da 4,9 a 3,8 miliardi (-22,6 per cento).

Per contro sono molto aumentate in numero le procedure negoziate precedute almeno da un bando (+42,7%), anche se di importi contenuti in valore assoluto e, soprattutto, le procedure ristrette, schizzate in alto del 62,7% con importi più che triplicati da 1,1 a 4,1 miliardi (+263,5%). Segno che un qualche “travaso” dalla zona più grigia a quella del mercato più alla luce del sole – pur nel generale calo degli appalti – c’è stato.

Il tutto a regole quasi invariate. Se si eccettua lo spauracchio dei controlli dell’Anac, e le regole più stringenti, con l’obbligo di motivazione sopra i 500mila euro, arrivate però solo dopo con il varo definitivo delle linee guida per il sottosoglia a novembre, il limite massimo per ricorrere alla trattativa privata è rimasto a un milione di euro come in passato. Per capire se si tratta di una tendenza destinata a durare o semplicemente dell’effetto di una “moral suasion” innescata dai dibattiti e dagli annunci delle prime ore, allora, bisognerà aspettare.