Gare, la mancata adesione ai patti di legalità si sana in corsa con una sanzione

L’Anac risponde a una richiesta di parere del ministero dell’Interno: anche se il bando prevede l’esclusione il cartellino rosso non è automatico

L’impresa che “dimentica” di allegare all’offerta l’adesione ai patti di legalità contro il rischio di infiltrazione criminale negli appalti può correggere l’errore in corso di gara, evitando l’esclusione e pagando la sanzione prevista dal bando (che comunque non può mai superare il tetto di cinquemila euro) per il «soccorso istruttorio».

Rispondendo a una richiesta di parere inviata dal ministero dell’Interno, l’Anac chiarisce una volta per tutte gli effetti della mancata adesione ai protocolli di intesa sulla legalità. Visto che molte stazioni appaltanti inseriscono nei bandi di gara l’obbligo di accettazione dei patti a pena di esclusione, cosa succede – è la domanda che arriva dal Viminale – se la stazione appaltante rileva la che la dichiarazione non è stata allegata ai documenti di gara?

L’Anac risponde che in questo caso non deve scattare l’esclusione automatica dell’impresa. Ma l’attivazione della procedura di soccorso istruttorio, con cui la stazione appaltante chiede all’impresa di sanare la propria posizione entro dieci giorni. Pagando la multa prevista dal bando che – come stabilisce l’articolo 83, comma 9 del nuovo codice appalti – deve essere compresa tra l’uno e il cinque per mille del valore della gara senza mai superare il tetto massimo di 5mila euro. Come ultima notazione, l’Anac segnala che la sanzione è dovuta soltanto nel caso in cui l’impresa voglia rimanere in gara. Se invece l’operatore non risponde alla richiesta di regolarizzazione, scegliendo la via dell’esclusione, la multa non deve essere pagata.