L’anti-corruzione non è più la priorità. E’ più importante la velocità e dunque lo snellimento della burocrazia. Cambierà in questo senso, stando a quanto anticipa Repubblica, la normativa sugli appalti pubblici che dovrebbe essere modificata entro la fine dell’anno.

La priorità del governo è  quella di sbloccare gli appalti pubblici, liberandoli dalle presunte pastoie burocratiche. Occorre rivedere il Codice degli appalti e anche sopratutto il ruolo dell’Anac, l’Autorità presieduta da Raffaele Cantone. 

Perché l’obiettivo è liberalizzare e privatizzare. Si torna dunque alla “Legge Obiettivo” del governo Berlusconi, che metteva in mano ai privati tutte le decisioni, normativa archiviata perché rendeva più facile la corruzione.

Per il governo M5s-Lega, uno snellimento della procedura potrebbe essere il volano della ripresa. Già perché il Codice degli appalti sarebbe talmente complicato da aver frenato i bandi di gara. Ecco dunque che un organismo di cui fanno parte il ministero delle Infrastrutture, la presidenza del Consiglio, l’Ance e l’Anac, dovrà studiare le modifiche.

Ma la prima modifica da fare riguarda proprio l’Anac, il cui ruolo sarà ridimensionato notevolmente. Cantone non avrà più la possibilità di impugnare i bandi e stabilire le regole di vigilanza. Stesso discorso per i controlli sull’equo compenso e l’accreditamento delle imprese. Saltano, insomma, tutti i controlli preventivi.

Altro punto fondamentale per il governo è la privatizzazione. Il controllo dei processi di affidamento e realizzazione delle grandi opere passerebbe dal pubblico al privato, attraverso il sistema delle “concessioni”, come nella “Legge Obiettivo” di Berlusconi.

Infine i subappalti. La normativa attuale prevede un tetto del 30%, che il governo punterebbe ad elevare se non a eliminare del tutto.