Allargamento dell’appalto integrato, no alla terna dei subappaltatori, più massimo ribasso, salvare le Unioni di Comuni
 
Si scaldano i motori per la riforma del codice degli appalti che il governo ha promesso a breve e che potrebbe arrivare – come anticipazione di norme da rafforzare poi in Parlamento – con il decreto legge in preparazione per la prossima settimana. Costruttori e comuni, rappresentati rispettivamente da Ance e Anci, fanno la prima mossa sulla scacchiera del confronto pubblico presentando oggi (19 luglio) un documento congiunto che conterrà dieci proposte di modifica dell’attuale codice.
 
Un lavoro che parte dalle difficoltà e dalle impasse dei mesi scorsi – solo parzialmente superate da una controversa ripresa dei bandi di gara – per incidere in modo rilevante sugli assetti dell’attuale codice. Le due organizzazioni difendono nell’introduzione della loro proposta l’impostazione di fondo del codice. Gran parte degli interventi proposti sono mirati e chirurgici, tuttavia su aspetti rilevanti: l’estensione dell’appalto integrato che consente di tornare a gare sulla base del progetto definitivo e non esecutivo; il recupero delle gare con massimo ribasso e la limitazione dell’obbligo di offerta economicamente più vantaggiosa ai soli progetti complessi; la semplificazione del subappalto con l’indicazioni dei subappaltatori dopo la gara; flessibilità della qualificazione delle stazioni appaltanti con il salvataggio delle aggregazioni dei piccoli comuni e la qualificazione di diritto delle centrali di Comuni metropolitane e province; nuovi strumenti per ridurre il contenzioso, l’eliminazione della responsabilità amministrativa-contabile dei dirigenti Pa quando attuano sentenze o indicazioni Anac; l’estensione delle procedure negoziate per i servizi di progettazione e l’eliminazione del sorteggio per decidere chi invitare al confronto nelle gare di lavori.
 
Interventi chirugici su aspetti importanti. Ci sono però anche due interventi che incidono su aspetti “sistemici” delcodice, intaccandone una delle chiavi di fondo, la soft law, vera “colpevole” dell’impasse che si è creata secondo le due organizzazione.
 
Il primo aspetto è l’impianto di attuazione del codice, considerato troppo complesso e generatore di incertezza per Pa e operatori economici. Numerosi i rilievi, dalla mancanza di un adeguato periodo transitorio alla mancata attuazione (dei 66 provvedimenti previsti ne sono stati approvati meno della metà) all’«aumento della regolamentazione rispetto a quanto richiesto dalle direttive europee, in contrasto con il divieto del cosiddetto gold plating». Nelle proposte Ance-Anci c’è quindi il ritorno a un regolamento generale attuativo unico e vincolante che assorba (e abroghi) tutti i provvedimenti attuativi, comprese le linee guida dell’Anac.
 
Il secondo aspetto “sistemico” riguarda proprio i poteri dell’Anac. Oggi Ance e Anci difenderanno il ruolo dell’Anac e del presidente Cantone ai fini della difesa della legalità nel settore. E anche la proposta prevede che siano mantenute e in alcuni casi anche potenziate «le funzioni di vigilanza, controllo e deflazione del contenzioso». Quello che non viene citato, perché si suppone non coerente con il nuovo modello di attuazione, è il potere di regolazione dell’Anac che costituiva la grande novità del codice.

LE PROPOSTE ANCE-ANCI IN PILLOLE
REGOLAMENTO GENERALE
Alt a linee guida autonome. Tornare a un regolamento generale unico vincolante che enga all’interno tutte le norme attuative, comprese le linee guida dell’Anac.

PICCOLI COMUNI
Semplificazioni per salvare le aggregazioni
. Occorre una semplificazione con eroghe alla disciplina generale per salvare le aggregazioni in atto fra piccoli comuni.

E-PROCUREMENT
Accelerare le piattaforme.
Dal 18 ottobre scatta l’obbligo di pubblicare i bandi solo su piattaforme elettroniche: chiesta una proroga finché non arrivano le regole tecniche.

APPALTO INTEGRATO

Gare su progetto definitivo. Consentire alle stazioni appaltanti di tornare al modello passato di affidamento di progettazione esecutiva e realizzazione sulla base del progetto definitivo.

OFFERTA PIÙ VANTAGGIOSA
Tornare al massimo ribasso . Per appalti non complessi deve essere possibile appaltare con una gara al massimo ribasso e con l’esclusione automatica delle offerte anomale

SUBAPPALTI
No alla terna dei subappaltatori
. Eliminare l’obbligo di indicare i subappaltatori già nella fase di offerta in gara. Questo obbligo andrebbe limitato al vincitore della gara